CioccolaTò 2025 torna a Torino: ecco 5 tappe golose e imperdibili

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Torino profuma di storia e dolcezza, un intreccio che si svela in ogni angolo della città e che racconta un amore eterno: quello per il cioccolato. Dalla leggenda della prima cioccolata calda offerta ai torinesi nel 1563 da Emanuele Filiberto di Savoia per il trasferimento della capitale del Ducato da Chambery a Torino, al famoso Bicerin, a base di caffè espresso caldo, cioccolato e crema di latte (le dosi restano segrete) amato da Cavour, fino al gianduiotto distribuito ai passanti, nel 1865, da Gianduja, la maschera cittadina, il cibo degli Dei è parte integrante del capoluogo piemontese.
CioccolaTò 2025: appuntamento dal 27 febbraio al 2 marzo
E per celebrare questa passione torna CioccolaTò – dal 27 febbraio al 2 marzo – in piazza Vittorio Veneto, dove si era svolta, ormai più di vent’anni fa, la prima edizione. Tra le curiosità c’è la prima licenza per vendere cioccolato che risale al 1678 e fu concessa dalla Madama Reale Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours al maestro Giò Antonio Ari. Ma la kermesse non è solo gusto. In cartellone, workshop, incontri, dibattiti, guidati da nomi importanti del panorama culturale e dolciario italiano.
I luoghi legati al cibo degli Dei
E poi ci sono i luoghi legati al cibo degli Dei. A iniziare da Al Bicerin, nella piazzetta della Consolata. Da quando ha aperto, verso la fine del ‘700, il locale è sempre stato in mani femminili e uno dei pochi luoghi dove le signore della buona borghesia s’intrattenevano, spesso anche da sole, senza che la cosa fosse ritenuta disdicevole per quel tempo. Ma è stato anche frequentato da Camillo Benso Conte di Cavour che amava sedersi sempre allo stesso posto a leggere il giornale e il tavolino è ancora lì in bella mostra. Tra gli altri habitué, il patriota Silvio Pellico, il compositore Giacomo Puccini e Umberto Eco che vi ha ambientato il romanzo “Il Cimitero di Praga”. Varcando la soglia, si è catapultati in una favola: i tappeti rossi, le pareti di legno chiaro, le vetrinette che espongono pezzi di cioccolata come se si trattasse di opere d’arte. E non si può non assaggiare il goloso bicerin, a base di caffè, cioccolata e crema di latte.

In piazza San Carlo
Ma lo statista Cavour era anche un affezionato del Caffè San Carlo sull’omonima piazza. Vi sostavano D’Azeglio, Giolitti, Rattazzi, mentre Gramsci, per anni, scrisse ogni sera le critiche teatrali per l’Avanti. Al suo interno si resta colpiti da stucchi, statue e marmi pregiati. E affaccia sempre su piazza San Carlo la Confetteria Stratta, aperta dal 1836. Gli arredi sono eleganti, in stile carloalbertino, ma quasi scompaiono sotto le montagne di cioccolatini, praline e confetti. Quel che più spiccano sono le scatole da confezione, dai diversi colori e chiuse con fiocchi di raso, con la riproduzione degli antichi manifesti di opere teatrali, richiamo alla vita culturale cittadina. I Savoia erano speciali clienti tanto da concedere alla Confetteria il titolo di “Fornitori della Real Casa”, come si evince dallo stemma esposto. Tra i ricordi, e lo documentano le fatture, pure l’ordinativo di Cavour di 29 chili di marrons glacés, 18 di sorbetto, 37 di frutta caramellata, per un totale esorbitante di 2547 lire. Si dice che nel tentativo di cercare appoggi al nascituro Regno d’Italia, fosse solito prendere per la gola gli ambasciatori dell’intera Europa.
Spostandosi in piazza Carignano, la Gelateria Pepino vanta il brevetto del primo gelato ricoperto su stecco al mondo, il Pinguino. Tutti fanno parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia.
Il museo del Cioccolato e del Gianduja
Vale una visita Choco-Story il museo del Cioccolato e del Gianduja. Ci troviamo tra i portici della storica via Paolo Sacchi, alle spalle della stazione Porta Nuova, e sorge negli spazi sotterranei del laboratorio di cioccolato della storica pasticceria Pfatish dove attrazioni interattive danno la possibilità di una divertente esplorazione della storia e della produzione del cioccolato. La ricca collezione di oltre 700 oggetti attraversa i secoli e fa ripercorrere la storia del cacao dai Maya al ‘900, fino al gianduia, tra esperienze interattive e giochi. Durante la visita si gode di un’esperienza sensoriale con assaggi di diversi tipi di cioccolato e gianduia.
Nel Museo del Cioccolato è possibile, inoltre, prenotare un laboratorio durante il quale si possono creare tavolette personalizzate, leccalecca e deliziose praline sotto la guida dei maestri cioccolatieri, sperimentando tecniche tradizionali e ingredienti unici.

Proprio da Choco-Story parte anche il Choco Tram: è possibile partecipare ad un tour per le vie di Torino a bordo di un tram dei primi anni del Novecento: lungo il percorso vi verranno raccontati curiosissimi aneddoti sulla storia non solo del cioccolato, ma anche dei tram e della città.

Basta sentirmi parlare per intuire il mio attaccamento alla Basilicata. Nonostante viva a Bologna da tanti anni e ami questa città, ho mantenuto una visione Sudcentrica della vita. Giornalista professionista, tutor al master in giornalismo, scrittrice e soprattutto “ragazza” piena di energia. Ho una valigia sempre pronta, anche se a ogni viaggio dimentico qualcosa. Vivrei in estate tutto l’anno e sogno una casa vista mare. Scrivo libri di curiosità (Book Sun Lover) e romanzi (“Un giorno sì un altro no”, “Come un fiore sul quaderno”). Leggo tanto, sorrido ancora di più.