Sognando l’Hygge: quando la felicità si pronuncia in finlandese

Dalla hygge danese al friluftsliv norvegese, Sabrina Musco, content creator e storyteller, ci racconta in un libro il suo amore per il Nord Europa e come trasformarlo in uno stile di vita quotidiano

C’è un vento del Nord che soffia dentro di noi. A volte è una brezza lieve, altre una folata che scompiglia le abitudini. Sabrina Musco, 34 anni – content creator e storyteller che gira il mondo dal 2011 ma ha scelto di vivere a Telese Terme, piccolo comune campano – lo ha ascoltato, quel vento, e ha deciso di seguirlo.

Ne è nato un percorso di scoperta tra parole difficili da pronunciare ma facili da amare: Hygge (il calore delle piccole gioie quotidiane), lagom (l’arte dell’equilibrio), sisu (la spinta verso il coraggio), friluftsliv (l’amore per la vita all’aria aperta). Parole che scaldano, equilibrano, fortificano, liberano.

IL LIBRO

Parole che raccontano un modo diverso di stare al mondo – e forse anche dentro noi stessi e che Sabrina ha trasferito in un libro: Sognando il Nord . La via scandinava alla felicità quotidiana (Sperling & Kupfer).

Un vero e proprio viaggio tra le terre di Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia. Pagina dopo pagina si scopre come questi stili di vita – supportate da riflessioni sul tempo libero, da rimedi contro lo stress, fino al minimalismo e al decluttering – possono trasformare le nostre giornate e farci ritrovare un benessere autentico. L’ultima parte del volume è poi interamente dedicata a itinerari e consigli pratici per esplorare le meraviglie del Nord, dalla magia dei fiordi ai villaggi in Danimarca, dai boschi svedesi alle calde saune in Finlandia.

A tu per tu con Sabrina Musco

Abbiamo chiacchierato con lei per scoprire qualcosa di più di questo mondo e della sua vita.

Hai scritto che hai trascorso così tante ore in aereo da coprire più volte la distanza dalla terra alla luna. Cosa rappresentano per te il viaggio e le nuove scoperte?

«Il viaggio, per me, è circolare, sempre, prende forma con l’entusiasmo della partenza, quando progetto l’itinerario, e poi si trasforma anche un po’ nella gioia del rientro perché amo partire e fare nuove scoperte ma amo anche rientrare, condividere, e portare ciò che ho “conosciuto” a casa con me, nel quotidiano. Ogni volta che mi sposto, che mi perdo tra culture diverse, nuovi ritmi, mi ritrovo. Scoprire il mondo è anche un modo diverso per conoscersi, ti vedi diversamente nei luoghi dove nessuno sa chi sei».

Ci parli del tuo rapporto con il Grande Nord?

«Il Grande Nord è stato un amore inaspettato. Lì ho imparato i ritmi lenti a contatto con la natura.  La Lapponia finlandese mi ha insegnato a rallentare, ad ascoltare il silenzio ed in quei luoghi sono da sempre stata grande fan dell’arredamento degli interni, ogni spazio era accogliente come la propria casa».

LA FILOSOFIA NORDICA

La filosofia nordica mette al centro “lo stare nel momento”. Come riesci ad applicarla?

«Non è facile, ma ogni giorno cerco il mio momento “di pace”, quello spazio in cui essere completamente. Qualche volta in inverno è la mia pausa con tisana e divano oppure una passeggiata con il mio husky, soprattutto in questo periodo fino all’estate. Mi sforzo di ritagliarmi qualche momento così anche in viaggio soprattutto quando viaggio per lavoro ma scopro comunque una nuova destinazione cerco di fermarmi e guardarmi intorno per memorizzare le sensazioni».

CONSIGLI

La Higge non è legata a ciò che possediamo, riguarda ciò che siamo e appartiene al momento presente. Ti invita a rallentare. Ha la capacità di riscaldare un momento di semplice quotidianità e renderlo straordinario. Hai un suggerimento su come potremmo applicarla nella nostra vita?

«Spegniamo il telefono durante la cena. Accendiamo una candela anche solo per un piatto di pasta. Impariamo a festeggiare il quotidiano. La hygge è nei piccoli rituali: una coperta preferita, una playlist di musica. È un atto di presenza e cura verso noi stessi. Potrebbero sembrare tutti consigli banali e ovvi, li conosciamo, ma la verità è: li mettiamo in pratica? Ci concediamo davvero quell’ora al giorno semplicemente per fermarci, accendiamo davvero una candela solo per trasformare l’atmosfera di una “cena qualunque”, ci ricordiamo davvero di lasciare il telefono lontano dagli spazi che dovrebbero essere i più riposanti?».

E invece la Sisu, l’arte finlandese dell’audacia, del coraggio, come si può mettere in pratica?

«La Sisu è quella forza silenziosa che ti fa andare avanti quando vorresti mollare. Per me si manifesta nei momenti in cui dico “ci provo lo stesso”, anche se ho paura. È partire da sola per un viaggio, cambiare vita, scegliere ciò che mi fa bene, anche se costa fatica. Si mette in pratica un giorno alla volta nelle piccole scelte che faremmo ma che ci precludiamo per paura. Per qualcuno potrebbe essere semplicemente prendere un treno da sola, o fare qualcosa che ci spaventa ma che davvero vorremmo fare».

RICORDI E PROGETTI

Un ricordo di un tuo viaggio?

«Uno dei ricordi più intensi che custodisco è nel faro in Norvegia. Il faro si chiama Strømtangen, e da metà Ottocento veglia sul Mare del Nord. Ho amato la sua sala panoramica, tutta vetrate e silenzio. Da lì osservavamo il fiordo, le barche che scivolavano lente, li ricordo come dei giorni rilassanti. E poi ricordo che la sera, quando non si distingueva il cielo dal mare, chiudevo gli occhi, immaginavo tempeste e marinai che cercavano quella luce per tornare a casa, e la mia fantasia li mescolava a storie fantasy. È stato un viaggio profondamente nordico, nel cuore e nello spirito. Friluftsliv allo stato puro: essenziale, autentico, rigenerante».

Se dovessi lasciare Telese Terme in Campania, dove andresti?

«In un luogo in cui è la natura a dettare i tempi. Ho capito che a prescindere dalla latitudine, dalle temperature e dal tipo di luogo i posti che ho amato di più sono stati quelli più selvaggi ed autentici seppure nel loro modo unico. Amerei vivere a Bali, vista risaie, o immersa nella foresta poco lontano da Ubud oppure al nord del mondo, in un piccolo cottage nel verde».

Organizzi anche viaggi al femminile. La prossima meta? E cosa vuoi trasmettere?

«Dopo il Marocco, partiremo per la Scozia e alla fine dell’anno in Lapponia. I miei viaggi sono pensati per essere parte di esperienze trasformative: si viaggia insieme, ma è un viaggio che parte anche dentro di noi. Amo quando qualcuna delle mie viaggiatrici mi scrive dicendo che non partirà assolutamente da sola e attenderà qualche partecipante dallo stesso aeroporto, poi, se non accade, decide di vivere la sisu e partire lo stesso e giungere a destinazione con il mood in cui ti senti già diversa perché “ce l’hai fatta”. Ad ogni donna vorrei ricordare che se lei vuole, ce la può fare».

IN VIAGGIO

Cosa non manca mai nella tua valigia?

«La fotocamera. In ogni viaggio ho proprio la necessità di scattare foto e quel ricordo fotografico si lega alle sensazioni che vivo e quando riguardo la foto ricordo esattamente cosa stavo pensando. Questa sensazione mi piace molto e quindi per me è una delle immancabili in valigia».

Se potessi partire con un personaggio famoso del presente o del passato, uomo o donna che sia con chi partiresti e perchè?

«Mi piacerebbe viaggiare con Tove Jansson, l’autrice dei Mumin. Era una creatrice di mondi, un’artista visionaria, una donna libera in un’epoca in cui non era affatto scontato esserlo ed era una donna capace di costruire un universo narrativo unico, capace di parlare sia ai bambini che agli adulti, con una delicatezza e una profondità rarissime. Il motivo è che credo possa essere di grande ispirazione».

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